mercoledì 21 dicembre 2011

Poche parole

Non c'è dubbio, sono una visiva...metafore, visioni, immagini, disegni, fantasie solo così riesco a spiegarmi agli altri, a me, ma anche spiegarmi nel senso di togliere le pieghe!!!Bergonzoni riuscirebbe a parlare per ore del doppio significato del verbo spiegare....io mi accontento di un post di un blog che non se lo cag nessuno....Se qualcuno là fuori c'è batta un colpo e lasci un segno, è sempre molto gradito!!!!Se riesco pubblico almeno una ricetta natalizia, ma dubito visto gli impegni....vi lascio un indizio per indovinare di cosa sto parlando...

martedì 13 dicembre 2011

Spaccato di cucina

Quando finiscono i cucchiaini nel cassetto è un gran brutto segno per due motivi: si sono presi troppi caffè e non si ha avuto tempo di lavare i piatti!!!!





Sapevo che prima o poi le mie foto assurde sarebbero diventate un'opera d'arte!!! Queste le ho fatte a Dublino, novembre 2007, dopo un pomeriggio di shopping sfrenato con Besi e Betta!

mercoledì 7 dicembre 2011

piagnucolii, san cul... e fantasie

e se san culo esistesse davvero? o meglio se esistesse un saggio, un sapiente, uno sciamano, uno stregone, un profeta che è in grado di attirirare su di se e riversare poi su chi vuole favori e protezioni, benedicenze e prosperità?? C'è chi ci crede in san cul, io vorrei almeno simpatizzare!
Ma a quest'ora vado oltre e mi chiedo, e se esistesse un luogo, un grande bacino, dove il bene e il bello per errore fossero finiti dentro, così per sbaglio o per inganno, imprigionati e intrappolati là finchè qualcuno forte, coraggioso e audace non togliesse il tappo??



Ma voglio abbandonare anche questa idea di forte guerriero che si lancia impavido a liberare il bene e il bello...il bene e il bello sono per tutti e si parla poi di un tappo, come quelli della vasca da bagno neri con la catenina di pallini...basta tirare e..... Blahw blahhhhw blahw....finalmente liberi!!!
Non è indispensabile il prode, forse è sufficiente anzi necessario l'ordinario, il paziente, il fiducioso, per aprire un tappo. E così  tutto quell'ingorgo di eventi positivi, di casi fortuiti, di coincidenze miracolose, incontri, convergenze finalmente potrebbero scendere giù a irrigare tutto sto secco che ci circonda, che mi circonda. Si parla di un semplice tappo da stappare!!
Siamo vicino all'ultimo dell'anno, chissà mai che san cul non faccia la grazia!


giovedì 17 novembre 2011

E' ora di Cioccoshow!!

E finalmente è iniziata anche quest'anno, la festa del cioccolato a Bologna!! E' un appuntamento imperdibile, soprattutto per chi come me tenta di accapararsi il primo premio di "vinci il tuo peso in cioccolato". 10 kg non mi sono bastati tre anni fa, e quindi ho riprovato sia l'anno scorso (sono arrivata 35esima) che quest'anno.
Il problema di proporre un ricetta originale è che ormai sul cioccolato è già stato scritto tutto, e se non lo è stato ancora fatto è perchè gli accostamenti ancora possibili sono  improbabili come cioccolato e cozze o cacao sui tortellini in brodo.
Quest'anno per partecipare avevo bisogno di un vero colpo di genio. Mumble mumble...finalmente l'ispirazione è arrivata!! Lo spunto me l'ha dato il gusto per il retrò risvegliato dalla lettura di La ragazza fantasma di Sophie Kinsella (il titolo originale che rende un bel po' di più è Twenties girl). E' la storia di una ragazza di 27 anni che inizia ad avere una vita assurda e divertente dopo essere stata ad un funerale.... Vabbè tornando alla ricetta, la mia mente ha fatto qualche salto e una capriola e voilà la ricetta vintage che punta a vincere 55 kg di puro godimento...
Per chi volesse la ricetta con cui ho vinto il terzo premio due anni fa, la trova qui e si intitola Torta al triplo cioccolato e arancia. Provatela e ditemi se non è divina!!
Per la ricetta con cui ho partecipato l'anno scorso a breve pubblicherò il post, domenica sera delizierò i miei invitati preparandola e fotografandola.
Per la ricetta di quest'anno, bisognerà attendere ancora un po'...slurp!

sabato 5 novembre 2011

Vegia Zena

A volte il telegiornale trasmette cose che fanno commuovere, perché non si può rimanere indifferenti di fronte alle guerre, terremoti, sciagure. Per TV si vede un po’ tutto, il disastro nucleare, la petroliera che distrugge migliaia di anni di lento lavoro delle barriere coralline,  il terremoto che distrugge L’Aquila o la Turchia.
Ma poi metti che  succeda qualcosa in un posto che conosci bene, dove ci abitano i tuoi amici, dove hai camminato tante volte con il naso in su per ammirare il cielo azzurrissimo o carico di pioggia, un posto che hai immortalato in tanti particolari, che hai respirato in tutte le stagioni, di cui senti ancora i rumori che fanno un po’ da colonna sonora ai giorni silenziosi. Metti che quello che vedi per TV parli di un luogo che ami, che conosci, a cui sei legato. Che cos’è che si inizia a provare? Paura, preoccupazione, dispiacere, lontananza, malinconia? Impotenza?
 
Vorresti sapere dove sono, cosa fanno le persone care che conosci, vorresti sapere come farà Tagliafico a riaprire domani mattina, come ha fatto Agata a tornare da scuola, come sta Marina che se l’è vista brutta, se gli scooter dei miei amici sono ancora al loro posto…Allora forse le immagini che si vedono per TV non fanno solo commuovere, coinvolgono e trascinano, come l’acqua ha trascinato via cose e persone, senza poter far nulla per fermarla. Le lacrime tracimano gli occhi.

venerdì 28 ottobre 2011

Non chiamatemi Tenerina!! ...chiamiamola Torta dell’Ale

Quando si dice mantenere le promesse, ecco che i miei due nuovamente arzilli genitori dopo una cura di 48 giorni di sole sardo, per un indiscutibile orgoglio culinario più che per la parola data, si sono messi alla prova confezionando una cenetta a base di specialità isolane per gli altrettanto arzilli amici. Antipasti di vari formaggi e mieli, zuppa gallurese (con tanto di brodo di pecora), salumi, carta da musica, creme di formaggio, carciofi, Cannonau e chi più ne ha più ne metta.
Sommersi dalla preparazione fin dal giorno prima, mi sono offerta per una torta al cioccolato, purtroppo non ho potuto usare ingredienti made in Sardegna (anche se forse allertando i miei amici sarebbero anche riusciti a trovare il cacao proveniente da una piantagione tra Cagliari e Oristano!!!).



La torta è al cioccolato MA non chiamatela Tenerina (torta tipica ferrarese),  è moooolto più buona e più dietetica, miracolo della ricerca della ricetta perfetta! Ora non ho detto che non faccia ingrassare, diciamo che contiene meno colesterolo perché non ci sono i tuorli ma solo albumi…Ma non preoccupatevi, il colesterolo lo potete sempre recuperare utilizzando i tuorli per preparare una buona crema catalana…ma quella ve la racconto un altra volta.
Ps. la ricetta proviene dall’Alessandra più qualche mia modifica, by the way, non so se era consapevole quando me l’ha passata di sì tanta perfezione! Grazie Ale!


TORTA DELL'ALE (non è la Tenerina!)

Ingredienti
90 gr zucchero
60 gr farina (o fecola)
60 gr cacao amaro in polvere
100 gr zucchero vanigliato
150 gr burro fuso
4 albumi montati
90 gr di noci o mandorle o nocciole tritate

Procedimento
Lavorare insieme burro e zucchero, aggiungere la farina, lo zucchero vanigliato, il cacao e le noci. L'impasto risulterà un po' duro. Montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale e unire cercando di amalgamare il tutto il meglio possibile.
Mettere in una teglia precedentemente imburrata e infarinata di diametro di 22 cm e far cuocere per circa 30'-35' a 180° (forno già caldo). Attenzione perchè essendo scura non non cambia colore mentre si cuoce e si rischia di bruciarla!!



venerdì 14 ottobre 2011

Buco Nero

Ahhh, questo è uno di quei weekend che bisognerebbe spalmare e diluire in 4 settimane, troppe cose tutte insieme!
Innanzi tutto oggi sono 10 anni che abito da sola, grande conquista.

 Mi sarebbe piaciuto fare un bel Brunch al mattino del primo giorno dell’11esimo anno, ma aihmè (si fa per dire) domani c’è la mangiata di funghi più buoni del mondo a Ca’ Cerfogli, come si fa a non andarci?
 
Nel frattempo anche il mio fratellone finalmente inaugura casa, o forse festeggia il decimo mese di lavori in casa!! Quindi secondo appuntamento del WE: aperitivo che si protrarrà fino tarda notte.


Domenica un cara amica mi ha commissionato il primo corso di torte a domicilio, cosa faccio dico no??!!!
Ma nel frattempo anche la Besi, sapendo la mia passione per le torte mi ha invitato al Cake Show, occasione per cui anche la famosa mamma svizzera, super pasticcera esperta in glasse tortini e biscotti, lascerà incustodita la sua nuova cucina riminese per addentrarsi nella rossa Bologna e ammirare le decorazioni sullo sfondo di Piazza Santo Stefano.
 
Vogliamo parlare dell’uscita di arrampicata prevista per domenica in Valpolicella, clima ottimo, ulivi intorno, agriturismo vicino che ci aspetta alle 17 per pane formaggio e vino??


Il tutto condito da due notti da fare dalle mamme di Biccio!
Ecco, quando dico che sono sfasata….non è possibile che tutto sto ben di Dio di impegni, lavori, relazioni, eventi mondani si siano concentrati in un solo weekend, attratti come fosse un buco nero che risucchia tutto quello che gli sta attorno. Lamentele del cavolo a parte, mi divertirò!!

lunedì 10 ottobre 2011

Un po'...così.


Oggi è una di quelle giornate un po’...così. Mi sono svegliata troppo presto per essermi addormentata troppo tardi…alle 3 vedevo ancora che erano già le 3. Alle 7 la sveglia è suonata e con un fastidioso movimento ho spento quel terribile rumore così molesto e misterioso, pensavo: perché mai questo suono sta disturbando il mio essere??
Comunque niente da fare, alzata, preparata, lavata, colazionata e tornata.
Ma la giornata sta continuando un po’…così…pigra e malcontenta.



Ho provato a riscattarmi cucinando, ho fatto il pane…cemento con semi di zucca e girasole!!  Che voglia invece che avrei di andare in quella bellissima boulangerie di Parigi, col pane bio lasciato lievitare naturalmente, con il lievito madre della nonna di Maria Antonietta!!
In attesa del teletrasporto me ne sto buona buona a leggere un libro sorseggiando tea aspettando che sta giornata un po' così finisca!

venerdì 30 settembre 2011

Ciao Lello

Parole, parole, parole, parole
parole soltanto parole
parole tra noi

mercoledì 21 settembre 2011

Ogni cosa è illuminata

Quanto è bella questa frase? Ogni cosa è illuminata!! Ora Lorè la canta, prima abbiamo letto il libro, poi visto il film...libro strano, profondo, sapiente, film assolutamente all'altezza del libro, poetico e curioso, tragico, comico.
Ogni cosa è illuminata mi ricorda un po' il sole che splende tra gli alberi e sull'erba dopo un'acquazzone, come se le goccioline fossero proprio necessarie per vedere tutta la luce e tutto il bello dei colori.
Allora bagnami pioggia e illuminami sole!!!!




lunedì 19 settembre 2011

Tiro

E intanto i giorni passano ed i ricordi sbiadiscono e le abitudini cambiano...

martedì 30 agosto 2011

Riflessi e trasparenze

Titolo: Ti sei mai sentita trasparente?
Protagonisti: io, un coupon mai usato,  la mia parrucchiera (che chiamerò Lella), la sorella della mia parrucchiera (che chiamerò Giusy), una vetrina di un negozio.


Svolgimento: Mi decido di andare dal parrucchiere, vero e proprio evento per me, l’ultima volta ci sono andata in febbraio. Vabbè, un taglio e un po’ di colore per mascherare il tempo che passa, sì sì è ora che me lo conceda....aspetta un po’ che guardo che non ci sia un Coupon…eccolo sì…Mi sento molto furba ad aver acquistato con 30 euro colore taglio colpi di luce, maschera rigenerante alle proteina di chissà che….
Telefono, accidenti….Il Coupon è inutile, tutto pieno per 20 giorni, MA NOOOOOOO ne ho bisogno, domani ho un appuntamento importante mica posso andare così…
Vabbè telefono alla mia solita (che poi con il ritmo con cui ci vado non è così solita!). Tutto ok, per fortuna è libera. L'indomani vado. Quando arrivo, Giusy mi dice che Lella non è ancora in negozio per un problema, se voglio posso aspettarla o tornare nel pomeriggio, altrimenti fa lei, che non ci sono problemi.
Rapido consultocon i miei Stati dell’Io: uno dice "si, perché no?!”, l’altro “prenderai la fregatura”, un altro “poverina, dalle fiducia”, il più pratico (ma sicuramente con lo sbrigati!!) dice “fa questa mattina che così sei libera nel pomeriggio”, dopo un secondo, in adattamento completo rispondo a Giusy: sì sì va bene, nessun problema, ehmmm ormai sono qui.
Sta qua inizia ad ubriacarmi di parole, di cose mezze dette come se io fossi una cliente abituale, di commenti su tutto, e poi tesoro di qua tesoro di là, ma come li vuoi i capelli? Così amore? E io: "Tagliali si ma tieni la lunghezza, scalati, davanti sfilati che facciano le puntine in avanti”. E lei, sì sì  fidati guarda che la sostituisco spesso la Lella,  e io: “Sì sì ti dico come voglio i capelli (dovrò dirtelo almeno una volta come li voglio o sei una veggente?)
E poi ricomincia, e sull’Iva, e sulle tasse, e su chi porta il cagnetto nella borsetta….insomma quando si dice chiacchiere da parrucchiere, e tra uno stordimento e un altro: “E allora come te li faccio qui davanti, tesoro? Così vanno bene?”  E io: “si ma…ecco non vorrei che venisse effetto frangia lunga, puoi sfilarli, scalarli, insomma  non tutti pari.”
“Si si  ma dove vai in vacanza, a no ma ci sei già stata, è vero è quasi settembre….è che lavoro un sacco sono stanca, poi Lella che è via e io che UHHUU....per carità.... quante clienti abbiamo avuto”
Miiiiii…..mi stai ad ascoltare??? Cacchio!! Posso dirti come li voglio??? Perchè mi hai preso in ostaggio sotto questa mantellina e ora mi punti le forbici alle orecchie e non mi ascolti??? E fai i capelli come pare a te???
“Ecco Giulia, ti piacciono??!”  “si si, ma cioè non capisco tanto sono bagnati…vorrei che non fossero pari, ma sfilati” “In che senso sfilati??” MA COME???????? È due ore che tento di dire come li voglio, cazzo perché non mi ascolti? Sei tu il parrucchiere non è difficile: i capelli o sono pari o sono sfilati in modo obliquo, io ce li ho dritti come spaghetti non è difficile fare il taglio sfilato, esistono i rasoietti, le forbici con i denti, la tecnica arrotola e taglia, che te lo devo dire io?
“Comunque amore ora ti asciugo e poi li sfilo come dici tu, li vuoi i semi di lino? E le ceramidi?"  “ehm no grazie, guarda….comprerei tutto, ma sai sono disoccupata, meglio che qualcosa risparmi” “ ah, siii hai ragione, con sti tempi….. E lo shampoo per mantenere la lucentezza?” E tu un apparecchio acustico?????????
“Bene Giulia, ho finito, guarda che belli, ti piacciono vero??” E qui il mio Bambino Adattato è venuto fuori in tutto il suo splendore: “SI, PERFETTI, SONO PROPRIO COME LI VOLEVO”
“Sembrano corti, ma in realtà la lunghezza c’è”  (EH??) Con terrore prendo lo specchio e mi guardo di dietro: non vedo niente, non ci sono capelli, tutti tagliati, corti, non ci sono, devo salire fino al collo per iniziare a vederli, e con il sorriso stampato in faccia continuo a dire “si si vanno bene”, me li sposto, me li metto davanti per simulare la lunghezza, mi concentro sulle punte sfilate, sul colore (bello)…ma i miei capelli non ci sono più, sono quella lunghezza stronza che si appoggia alle spalle che non si capisce se siano lunghi o corti….
Pago in silenzio, meditando su come sia stato possibile, eppure ero lì anch’io…e le cose le ho dette, non è che sono stata zitta, mi risveglio quando mi dice  “digita il Pin e premi il verde” e vedo la fattura:  possibile che un po’ di pappetta che chiamano maschera (tra l’altro assolutamente NECESSARIA a quanto pare) possa costare 7 euro, quasi come un piccolo tartufo…sarei proprio curiosa di sapere quanto viene a costare al povero cliente al kg la pappetta…perversione di un controller!



Conclusione: Tornando a casa mi guardo nel riflesso delle vetrine, guardo i miei capelli così maledettamente corti e mi sento proprio così: trasparente. Mi sento quel riflesso, che c’è ma che non si vede bene, che passa ma che non lascia traccia, che esiste ma di cui nessuno è preoccupato a vederne le vere sembianze ed ascoltare i desideri.
Fattore scatenante: un taglio di capelli.

martedì 16 agosto 2011

Ferragosto&CO


Era proprio quello che volevo fare, una bella gitarella…e così il 15 agosto, giorno consacrato al rito gavettoniano, alle grigliate e all’anguria a volontà, ho coinvolto il principe Tassi, con l’obiettivo di raggiungere il rifugio al lago Scaffaiolo, meta quasi insignificante per gli alpinisti, raggiungibile anche a zoppo galletto,  ma pur sempre un buon inizio per chi è da tanto che non fa trekking.
E così armati di qualsiasi cosa partiamo…l’avvicinamento in auto ci ruba 2 ore. Al cavone ci aspetta Antonio, ironman amico del principe che ha deciso di partire 4 ore prima e di farsi il tragitto da Bologna in bicicletta per poi farsi la scarpinata con noi (e ci mancava solo il giro del lago a nuoto così se sopravviveva era pronto per il triathlon!)
Bhè la passeggiata fin su è veramente breve, senza colpi di scena, né incontri di animali selvaggi, né di fiori rari…arrivati al rifugio ci attende un gruppo abbastanza folto di ferragostiani mezzi toscani che hanno avuto la nostra stessa idea, un cameriere niente male, una polenta condita con sughetti di ogni genere, crostata di mirtilli (da leccarsi i baffi blu!) e il TRIO MUTANDA!



E’ già perché sono alcuni anni che i rifugi, forse per far concorrenza ai bagni romagnoli dove il giorno di ferragosto c’è un pullulare di concerti e concertini, organizzano spettacoli musicali agli onesti alpinisti, saziandoli e viziandoli di ricompense, come se la soddisfazione della meta, il cibo e il panorama non fossero elementi sufficienti per dire: non vedo l’ora di rifarlo. Nessuna polemica per carità, solo che questa anima commerciale dei gestori dei rifugi mi fa pensare che i tempi sono proprio cambiati… Per fortuna la maestria degli organizzatori, e in questo caso c’è proprio da dire bravi, si è fatta notare e per allietare la digestione degli escursionisti  hanno optato per un repertorio di musica tradizionale-dialettale-di protesta-riflessione…e qualche pezzo di De Andrè che forse li racchiude tutti (e a me scendeva la lacrima!). Il complessino è composto da appunto tre alternativi a mezzo tra l’ intellettuale e l’hard rock. E così tra una ballata e un Bella ciao si è un po’ rivissuto la vita dei nostri nonni, delle immagini che facevano sorridere o commuovere, dei cantautori che non ci sono più, sentendoci tutti contenti e uguali, consapevoli che con pochi soldi, un po’ di entusiasmo e con un po’ di fantasia si può sopravvivere anche a Ferragosto…ora ci rimane da inventarsi un ultimo dell’anno, prima che la finanziaria ci obblighi a festeggiarlo il 4 gennaio!!!



giovedì 4 agosto 2011

Cheese cake alle pesche e mandorle

Come si fa a non fare una buona torta alla propria mamma quando compie gli anni? E così sabato scorso mi sono cimentata in un cheese cake mai provato prima: alla pesche e mandorle. Sinceraly che arrivi alla bontà della classica torta Cortinese (versione italiana del cheese cake ai frutti di bosco) non c’è nulla, ma non era male nemmeno questa versione un po' retrò come gusto. Per la base non ho usato i biscotti ma un disco ricavato dalla classica torta allo yogurt, più morbida e leggera dei biscotti e burro, quindi più adatta ad uno stomaco delicato, che ho arricchito con una spennellata di crema di mandorle. Il risultato è stato un dolce fresco e particolare, sparito in una sera!!


 Torta allo yogurt (per la base)
1 vasetto di yogurt bianco
½ vasetto di olio di semi
due vasetti di zucchero
2 uova
3 vasetti di farina
½ bustina di lievito vanigliato
Un po’ di buccia limone grattugiata
Crema di mandorle

Unire nell’ordine gli ingredienti, mescolando mano a mano,  quando si sarà formato un composto omogeneo, travasarlo in una tortiera con carta da forno. Infornare nel forno preriscaldato a 180° per 20 minuti.
Aspettare che raffreddi, poi dividere la torta in due dischi. Mettere un disco in un ring delle dimensioni desiderate togliendo la pasta in eccesso se è il caso e ricoprilo con uno strato di crema di mandorle pura, io ho usato quella di Bontà Siciliane. La quantità di crema da usare dipende dal gusto personale. L’altro disco non viene usato (ma può essere mangiato a colazione il giorno dopo!)

Per la crema
150 gr di cioccolato bianco
250 di philadephia light
2 pesche frullate
2 cucchiai di zucchero di canna

Fare sciogliere a bagno maria il cioccolato bianco, aspettare che si raffreddi un po’, ma non troppo. Unirvi il Philadelphia, lo zucchero e le pesche frullate, mescolare bene finchè tutto non sarà ben amalgamato.
Versare il composto nel ring e riporre in frigo per almeno 4 ore.

 
Si può decorare la torta con fettine di pesca e granella di mandorle sul bordo.

domenica 24 luglio 2011

Stati temporanei di lontananza

Sono passate tre settimane da quando ho lasciato la mia amata Genova e mi sono ristabilita a Bologna...non mi aspettavo di riambientarmi così velocemente. Tutto mi sembra normale, tutto è famigliare, tutto ha continuato a vivere senza me, il rosmarino è cresciuto, i vetri si sono sporcati, il freezer ha fatto il ghiaccio…
Salutare la Mari giovedì mi ha ridestato un po' la malinconia inizialmente anche se in fondo mi è sembrato che fosse possibile trasformare il tutto in stati temporanei di lontananza…



 
Così nei giorni successivi mi sono sperimentata nel vivere nell’opposto di malinconia, cioè vivere la  presenza, mi sono lasciata andare alla presenza di tutto quello che ho vissuto conscia che quei momenti così belli sono con me nel ricordo..e comunque sono reali e a soli 300km di distanza: è solo uno stato temporaneo di lontananza! Forse mi sto dando un grande permesso, il permesso che E' POSSIBILE, che gli ostacoli si possono saltare, aggirare, abbattere o scavare una buca e passarci sotto, ci sono un sacco di modi per passare, e quindi tutto diventa possibile.
Oggi ho avuto anche il coraggio di rivedere le foto dell'ape di saluto...non le avevo ancora viste per paura di avere troppa nostalgia, ed effettivamente qualche lacrima mi è scesa…ma avevano il sapore di gioia, affetto, sorpresa, appartenenza, dono e amicizia…il segno che è possibile far stare insieme la tristezza di una cosa finita e la gratitudine di una cosa vissuta.

Se puoi sognarlo puoi farlo, W. Disney


mercoledì 29 giugno 2011

Torta Caprese

L’altra sera io e la mia amica Laura avevamo un appuntamento importantissimo: sessione di massaggio ayurvedico (che con grande goduria dovevo “subire”), cena e torta fatta da me, il tutto condito con chiacchiere su ogni genere di argomento, confidenze, dichiarazioni di intenti per il futuro e riflessioni sul passato.
Per me era una serata molto importante perché rappresentava la chiusura di un ciclo, aperto 4 anni fa neanche a farlo a posta con un massaggio e che in quella sera vedeva la crescita e lo sviluppo di un’amicizia vera e solida perché cresciute ed evolute siamo noi due!!



La torta per la cena dovevo portarla io, e conoscendo Laura la scelta su quale torta fare è stata facile: una al cioccolato!! Ho scelto di fare la torta Caprese direttamente dalla ricetta di Salvatore De Riso, e nonostante l’assenza della bilancia per pesare gli ingredienti, il risultato è stato direi mooolto buono!!



TORTA CAPRESE

Ingredienti
100g di burro morbido
85g di zucchero a velo
2 uova
35g di zucchero semolato
15g di cacao amaro in polvere
4g di lievito in polvere
125g di mandorle sgusciate e tostate (io ho usato direttamente la farina di mandorle)
25g di fecola di patate
100g di cioccolato fondente al 55%

Procedimento
Sminuzzare finemente il cioccolato fondente e le mandorle. Unire la fecola e il lievito.
A parte montare il burro con lo zucchero a velo e unire i tuorli uno per volta. Amalgamare con la miscela di polveri preparata. Montare a neve gli albumi con lo zucchero e unirli al composto con delicatezza. Versare il composto in uno stampo da 22cm imburrato e infarinato con la fecola. Infornare a 160° per 45 minuti



giovedì 23 giugno 2011

E' la prima volta??

Con un po' di timore ho deciso che sarei andata a fare una lezione di prova in una super palestra molto "In". Nel volantino pubblicitario facevano bella mostra definizioni degne dell'accademia della crusca, ma anche dei tempi migliori di Wanna Marchi: Boot Camp (allenati come i marines), Fat burn (allena il cuore aumenta il matabolismo bruci i grassi), Savate (allenati con una della più rinnomate discipline sportive da combattimento), Power punp (scolpisci la muscolatura con l'aiuto del bilancere e dei pesetti).
Un po' disorientata mi sono lanciata su un classico GAG (gambe addominali glutei) sicura che mi sarei distrutta ma che tuttosommato forse era alla mia portata...anche l'orario mi tranquilizzava dalle 10 alle 11 del venerdì mattino, probabilmente ci sarebbe stata poca gente...
Arrivo, entro nello spogliatoio pronta ad indossare i miei calzoncini Decathlon e canottiera carina ma pur sempre comprata su qualche bancarella (non avrò esagerato?). Iniziano arrivare un sacco di donne, anche un po' attempate, copie di Samantha di Sex in the city, senza offesa per Samantha, che sembrano appena uscite da una sfilata di Just Cavalli: bionde, panterate, perizomate, botulinate, abbronzate e profumatissime. Si cambiano mettendosi completini all'ultima moda rigorosamente neri, ma lasciandosi tutti i gioiellini brillantini Dodo-Pomellato..."perchè sì questi sono quelli da tutti i giorni, comprati per l'estate..."
Penso, iniziamo bene...forse il classico GAG è per tardone che non si sentono tali, dovevo andare a fare quello dei Marines!! Entriamo in palestra e tutte prendono uno step e lo posizionano....ma poi ne prendono un
altro e poi un altro ancora... TRE STEP uno sopra l'altro??????????? Ma siete matte??? poi mi guardano e con aria compassionevole mi rivolgono un "è la prima volta?" "eh, sì..." "ah, allora vacci piano, magari il bilancere prendilo piccolo" BILANCERE??????? Ma non ero venuta a fare un semplice GAG, flessioni e piegamenti??????? Voglio andare a Yogaaaaaaaaaa!!!

Spirit yoga  Berlino http://spirityoga.de/



Mi accompagnano nella stanza delle torture piena di pesetti, bastoni, palle pesantissime, loro si formano il loro bilancere personale da 5kg+5kg+1,5kg(per il bastone), a me pareva già complicato fare degli affondi tenendo le mani sui fianchi...
La lezione inizia...ci volevano anche i tappi per le orecchie in realtà....musica a palla, insegnante che sembra un uomo, incazzata come una pantera che urla (e non sto scherzando) "giù quel culo" mentre saltellando sorridendo andando a ritmo e con più energia cerco di andare su e giù dal mio misero step ad un piano solo, pensando "muoio". La lezione continua tra Lady Gaga e altre hit del momento con bottigliette di vari integratori (di sicuro con qualche droga energizzante sciolta dentro!) che compaiono e idratano le atlete che sembrano assolutamente godere nel sentirsi dire "la vogliamo eliminare quella cellulite?"
NOOOOOO, ma è tutto quest'anno che ragiono su Noemi che canta "la mia cellulite e le mie nuove consapevolezze" e sull'innopportunità e il coraggio di aver messo una parola come cellulite in una canzone!!!
La lezione è quasi al termine, tanto per pulirsi la coscienza ci sono 5 minuti di stretching (che scoprirò i giorni successevi essere stati assolutamente inutili...). Nello spogliatoio mi chiedono "allora, come è andata? ti sei divertita?" "tantissimo mi iscriverò sicuramente!"

domenica 5 giugno 2011

Crostata di pesche

Liscia e impalpabile la farina
granuloso, ma sottile lo zucchero.

Penetrante e sicuro il burro,
estiva e fresca la marmellata di pesche.

Scricchiolio familiare l'uovo sul bordo,
rotonda e giocosa l'acqua che bolle

Ambrata e profonda la pozione ristoratrice,
genuina e invitante l'icona dei golosi

Avvolgente e generoso, morbida e rotonda
il te e la crostata.

Fare una torta, anche la più semplice, e poi mangiarla accompagnandola con un buon te è un atto per me rigenerativo, sollecita tutti i cinque sensi! Le foto (grazie Barbara) e le suggestioni provano a raccontare questi momenti, almeno come li sento io.
La ricetta è semplice, ma con qualche personalizzazione il risultato è una crostata di pesche semplicemente perfetta! Increduli?! Sperimentate!

Con questa ricetta partecipo al contest de La ciliegina sulla torta
 http://www.cilieginasullatorta.it/2011/05/e-sempre-lora-del-te.html





Liscia e impalpabile la farina...

...estiva e fresca la marmellata di pesche...


Scricchiolio familiare l'uovo sul bordo...

Ambrata e profonda la pozione ristoratrice...













                                                                                 
...genuina e invitante l'icona dei golosi...













 
Avvolgente e generoso, morbida e rotonda:
il te e la crostata




Crostata di pesche
200 gr di farina
60 gr di burro morbido
1 uovo
70 gr di zucchero
1/2 bustina di lievito da dolci
una punta di cucchiaino di cannella
2 cucchiai rasi di mandorle grattugiate
6 amaretti
350 gr di marmellata di pesche

Sbattere lo zucchero con l'uovo finchè non diventa schiumoso, aggiungere il burro ammorbidito e continuare a mescolare. Unire metà della la farina setacciata, la cannella, il lievito, le mandorle grattugiate ed infine l'altra metà di farina. Impastare con le punta delle dita e lasciare riposare in frigorifero 20 minuti.
Stendere 3/4 della pasta in una tortiera imburrata e infarinata da 26 cm di diametro, creando un po' di bordo nel perimetro. Ricoprire con gli amaretti sbriciolati e con la marmellata di pesche. Creare delle striscioline con la pasta avanzata tagliandole con la rotella e sistemarle sulla torta facendo dei rombi.
Cuocere nel forno già caldo a 180° per 15 minuti.

venerdì 27 maggio 2011

Si chiude una porta

Ho appena scritto la parola fine alla mia tesi, è un momento importante, è anche un po' duro...Ho chiuso una Porta, in tutti i sensi, e ora cosa si aprirà???
Copio la conclusione della mia tesi, dopo una bella foto di Genova, città che amo e che avrei scelto per viverci se solo ne avessi avuto la possibilità.  Un po' come Chagall, anch'io se non avessi abbandonato Bologna mi sarei imbruttita!


Avevo l'impressione che se restavo ancora a Vitebsk 
mi sarei coperto di peli e di muschio  (Marc Chagall)

Mi accingo a concludere questo lavoro. Sono diverse le emozioni che provo, speranza, consapevolezza e gioia, ma anche paura, dubbio e tristezza.
Speranza perché se ho raggiunto questa meta posso proiettarmi nel futuro e raggiungerne altre, ma anche paura di quello che succederà, paura per quella parte di vita che non voglio e non posso controllare e che potrebbe essere dolorosa.
Consapevolezza per la potenza che ho sperimentato ascoltandomi, ascoltando e venendo ascoltata, consapevolezza dei miei limiti e delle mie potenzialità, consapevolezza che non è vero che non si può cambiare e che dietro ad una faccia arrabbiata o sconsolata c’è sempre un bambino che ha bisogno di un grande che gli indichi la strada. Ma anche dubbio sull’essere sufficientemente efficace, sulle capacità altrui, sul tempo che mi sembra sempre tiranno.
Gioia per esserci riuscita! Per aver avuto un profondo e sconosciuto piacere nello studio, per essere stata di aiuto, anche se piccolo piccolo, a Novella e Pasqualina che nel tempo si sono lasciate sempre più andare e si sono fidate e fatte conoscere da me. Tristezza perché concludere questa tesi significa anche avvicinarsi alla fine di un’esperienza bellissima passata tra Genova e Bologna, salutare tanti amici e tanti maestri.
Questo piccolissimo lavoro è infatti il risultato non solo di tre anni di corso ma anche di un periodo preziosissimo che mi sono regalata e che ho vissuto e goduto al massimo della mie capacità e possibilità. La decisione di lasciare la certezza di un lavoro a tempo indeterminato per concentrarmi sullo studio e sulla pratica del counseling è stato per me una vera e propria scelta, per la definizione di me, per misurare e scoprire i miei limiti e le mie capacità. E’ stata una creazione, o meglio ri-creazione, dove partendo dalla mia realtà, dalle scelte fatte in passato, dagli errori e dai successi già elaborati, con coraggio ed entusiasmo ho sperimentato, conosciuto, sbagliato, concretizzato un sapere che non è solo nozionistico, ma è diventato parte di me. Sono ben consapevole che il risultato finale di questo percorso, non me ne vogliano i docenti, è una informazione su cos’è l’AT e su cosa è il counseling, e che la formazione avverrà con tanto tempo e tanto pratica, ma nonostante questo e gli errori o orrori che commetto non mi demoralizzo, anzi, mi sento sostenuta, attratta e sedotta da questa continua ricerca, come se finalmente avessi trovato l’ambito cognitivo al quale dedicarmi con passione ed entusiasmo.

lunedì 16 maggio 2011

Sogno o realtà?

L'anno scorso mentre ero a Berlino Berlino (!!) un mio amico di viaggio mi ha raccontato di un libro, Mangia Prega Ama, la cui protagonista, un'americana, dopo una serie di disavventure sentimentali arriva in Italia, dove impara a mangiare bene, va in India dove riscopre la spiritualità e poco dopo, non so in che parte del mondo, incontra l'uomo della sua vita. E vissero tutti felici e contenti! Non ho capito se mi incuriosiva o se mi stava tremendamente sulle scatole!
Qualche mese dopo Bologna ha iniziato a tappezzarsi di cartelloni pubblicitari con la Julia proprio la "semplice ragazza che sta di fronte a un raggazzo e chiede solo di essere amata"
vedi
che sta volta voleva osare di fare quello che tutti sognano: cambiare vita! Mangia Prega Ama era diventato un film. MA NOOOOOOOOOOO!!
Sono io quella che ha deciso di cambiare vita, dare un calcio al lavoro a tempo inderterminato, alla carriera, di lasciare la mia terra sicura fatta di tortellini e nebbia, abbandonare la certezza della partita doppia, per l'incertezza dei Bambini Adattati e dei vicoli genovesi! Vabbè glielo concedo alla Julia rossa, lei finge io lo faccio davvero....amore compreso!!! Ma il film non sono andata a vederlo..mi riservavo di leggere il libro, forse.
Passano i mesi e dieci giorni fa mi viene in mente quel libro...che il pensare che della mia vita ci avessero già fatto un film non mi abbia portato un po' sfiga?? Bho....magari un giorno che passo in libreria guardo quanto costa e lo compro...


Dopo qualche giorno per strada sopra un bidoncino della carta vedo che ci sono due libri. Il proprietario li aveva buttati (COME SI FA A BUTTARE I LIBRI???) ma per fortuna aveva avuto l'intelligenza di lasciarli in bella mostra, un po' come quando si buttano le scarpe che le si lasciano fuori dal bidone perchè "a me fecevano un gran male, ma non si sa mai che a qualcuno piacciano".
Li guardo, il primo era boh, una roba sconosciuta con la faccia pallosa, forse ha fatto bene a liberarsene, l'altro libro....TA DAAAAAAAA Mangia Prega Ama...non ci potevo credere! Dov'è la telecamera??!! Ma come è possibile?!!! Misteri dell'intuizione!!

mercoledì 11 maggio 2011

Torta alle carote e cocco

Finalemente dopo tanto tempo di attesa ecco le sorelle svizzere arrivare in quel di Genova!! E quale occasione migliore per fare una nuova torta?? Eh già perchè per sperimentare c'è bisogno di qualcuno che poi sia in grado di criticare con competenza e maestria e loro sicuramente lo sanno fare. La torta era alle carote e cocco... mi sono ispirata dal mio sito preferito http://www.cilieginasullatorta.it/ il commento è stato positivo, non mi sono fatta dare un voto, ma a giudicare dal fatto che in due mattine è stata fatta fuori non deve essere stata tanto cattiva!
Il WE è stato un bagno di vicoli, sole e colori, gossip, risate e focaccia...un po' di shopping e piazza De Ferrari da ogni angolazione!!!


















Torta alle carote e cocco
2 o 3 uova (a seconda della grandezza!)
150 gr di carote gratugiate
150 gr di farina
1/2 bustina di lievito
75 gr di cocco disidratato
150 gr di zucchero (meglio se di canna)
4 cucchiai di olio di semi o extra vergine
una manciata di noci tritate
un pizzico di cannella
un pizzico di sale

Per il frosting:
80 gr di Philadelphia light
50 gr di ricotta
q.b. di zucchero vanigliato


Montare le uova con lo zucchero e il pizzico di sale finchè non diventano spumose, aggiungere olio, farina, lievito, carote, cocco, cannella e infine le noci. Sistemare il composto in uno stampo da 22 cm di diametro. Cuocere nel forno caldo a 180° per 35/40 minuti.
Una volta raffreddata tagliare a metà e spalmare il frosting con una spatola. Riporre in frigorifero per un ora e servire con una spolerata di cocco.

giovedì 5 maggio 2011

uff...

A volte mi sembra di essere un’adolescente, come se i problemi delle vita, la rabbia, la delusione, fossero tali e quali a quelli di quando avevo 17 anni. Lo vorrei dire senza pregiudizio, invece sono critica davanti a questa cosa…le emozioni non dovrebbero avere età. 


mercoledì 4 maggio 2011

...quante cose da lasciare nel viaggio...

Penso che ci voglia un gran coraggio e molta determinazione a lasciare una qualsiasi cosa. Viene paura di non essere più completi, viene il timore che lasciando ci SI lasci, si perda un pezzo di se indispensabile per la vita, eppure si viveva anche prima.



Si è più attaccati alla paura ipotetica del non farcela che al dolore certo del farcela ad ogni costo! E se anche ce la si fa, cosa si conquista? Dove si arriva? Io, cosa avrei accresciuto? La resistenza, la forza? Sto forse allenandomi per le olimpiadi?!! Non ho invece da divenire e scoprire? Non ho forse da seguire ed inseguire la vita piena, rincorrere quella parte che non mi sarà tolta? Tutto questo non è in altre parole l’amore per se stessi, la vita dentro, la conoscenza vera e autentica di se? 
Essere fedeli a se stessi permette di essere fedeli agli altri.