martedì 16 agosto 2011

Ferragosto&CO


Era proprio quello che volevo fare, una bella gitarella…e così il 15 agosto, giorno consacrato al rito gavettoniano, alle grigliate e all’anguria a volontà, ho coinvolto il principe Tassi, con l’obiettivo di raggiungere il rifugio al lago Scaffaiolo, meta quasi insignificante per gli alpinisti, raggiungibile anche a zoppo galletto,  ma pur sempre un buon inizio per chi è da tanto che non fa trekking.
E così armati di qualsiasi cosa partiamo…l’avvicinamento in auto ci ruba 2 ore. Al cavone ci aspetta Antonio, ironman amico del principe che ha deciso di partire 4 ore prima e di farsi il tragitto da Bologna in bicicletta per poi farsi la scarpinata con noi (e ci mancava solo il giro del lago a nuoto così se sopravviveva era pronto per il triathlon!)
Bhè la passeggiata fin su è veramente breve, senza colpi di scena, né incontri di animali selvaggi, né di fiori rari…arrivati al rifugio ci attende un gruppo abbastanza folto di ferragostiani mezzi toscani che hanno avuto la nostra stessa idea, un cameriere niente male, una polenta condita con sughetti di ogni genere, crostata di mirtilli (da leccarsi i baffi blu!) e il TRIO MUTANDA!



E’ già perché sono alcuni anni che i rifugi, forse per far concorrenza ai bagni romagnoli dove il giorno di ferragosto c’è un pullulare di concerti e concertini, organizzano spettacoli musicali agli onesti alpinisti, saziandoli e viziandoli di ricompense, come se la soddisfazione della meta, il cibo e il panorama non fossero elementi sufficienti per dire: non vedo l’ora di rifarlo. Nessuna polemica per carità, solo che questa anima commerciale dei gestori dei rifugi mi fa pensare che i tempi sono proprio cambiati… Per fortuna la maestria degli organizzatori, e in questo caso c’è proprio da dire bravi, si è fatta notare e per allietare la digestione degli escursionisti  hanno optato per un repertorio di musica tradizionale-dialettale-di protesta-riflessione…e qualche pezzo di De Andrè che forse li racchiude tutti (e a me scendeva la lacrima!). Il complessino è composto da appunto tre alternativi a mezzo tra l’ intellettuale e l’hard rock. E così tra una ballata e un Bella ciao si è un po’ rivissuto la vita dei nostri nonni, delle immagini che facevano sorridere o commuovere, dei cantautori che non ci sono più, sentendoci tutti contenti e uguali, consapevoli che con pochi soldi, un po’ di entusiasmo e con un po’ di fantasia si può sopravvivere anche a Ferragosto…ora ci rimane da inventarsi un ultimo dell’anno, prima che la finanziaria ci obblighi a festeggiarlo il 4 gennaio!!!



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